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Lezione 1: Contesto e conoscenze di base

Definizione: 

Il contesto e le conoscenze condivise sono alla base di una comunicazione ben riuscita.


La quantità di informazioni in uno scambio dipende da molti fattori diversi, come l'interlocutore e la modalità in cui avviene la comunicazione.

Concetti chiave

  • Codifica e decodifica

  • Conoscenze culturali

  • Conoscenze linguistiche

  • Conoscenza del mondo

  • Conoscenza del contesto

  • Appropriatezza sociale e situazionale

UNITÀ 1: Contesto e conoscenze condivise nella lingua parlata e scritta

Questa parte della lezione si concentra sulle differenze contestuali tra la lingua parlata e quella scritta.

​La differenza principale riguarda la modalità. La modalità descrive il canale di trasmissione della comunicazione verbale.La lingua parlata è trasmessa in forma di onde sonore nell'aria. La lingua scritta è trasmessa visivamente, su carta o schermo, attraverso un sistema di scrittura.

La lingua scritta comprende la scrittura a mano libera, la dattilografia, i graffiti, la scrittura virtuale o la stampa. In italiano si usa l'alfabeto latino, ma esistono molti sistemi di scrittura diversi, come ad esempio i kanji in giapponese. Nelle lingue che utilizzano l'alfabeto latino, ogni lettera è un segno per un suono. Le lettere combinate insieme formano le parole che, come unità, si riferiscono a qualcosa. Ad esempio, la lettera <a> corrisponde al suono /a/. La parola “albero” (composta da <a>, <l>, <b>, <e>, <r>, <o>) designa una pianta grande con tronco, rami e foglie. In altri sistemi di scrittura, alcuni caratteri rappresentano un suono, ma altri caratteri rappresentano parole intere. I sistemi di scrittura sono come un codice che deve essere appreso e poi può essere interpretato. La lingua orale funziona allo stesso modo, ma codifica il significato attraverso dei suoni e non attraverso dei simboli.

 

Quando diciamo qualcosa, il suono prodotto può essere ascoltato solo dalle persone presenti e vicine. Poi il suono scompare. Esso esiste solo per il tempo necessario a produrlo. Dato che entrambi i partecipanti a una conversazione devono essere presenti affinché possa avvenire l'interazione, è possibile fare riferimento al contesto dell'ambiente circostante, a suoni, odori o oggetti senza doverli descrivere.

Con la scrittura, invece, è possibile raggiungere persone distanti nello spazio e nel tempo. Poiché viene prodotto qualcosa di tangibile, è possibile salvare il testo scritto e distribuirlo in modo che qualcuno in un altro continente o in un momento futuro possa leggerlo e codificare le informazioni ricevute. In questo caso, si può fare affidamento solo sul contesto conservato nella comunicazione. Se non è specificato, il lettore di una lettera non può sapere quando o dove è stata scritta. Parole come "oggi" o "qui" diventano poco chiare. Parleremo ancora di parole come queste nella seconda lezione.

 

Nel caso della comunicazione orale si è certamente a conoscenza del proprio interlocutore (o del proprio pubblico) perché deve essere presente. Questo significa che è possibile farsi un'idea delle sue conoscenze pregresse e adattarsi di conseguenza. Per esempio, è possibile variare la complessità di una spiegazione a seconda che si stia parlando con un/-a bambino/-a o con un/-a compagno/-a di classe.

Questo non si verifica con altrettanta certezza nella comunicazione scritta. È possibile conoscere il destinatario, ad esempio, quando si scrive una lettera a un proprio conoscente. Ma questo non è sempre dato, ad esempio, quando scriviamo una e-mail per una richiesta di lavoro. E non è detto che si possa sempre sapere quante e quali persone leggeranno ciò che si è scritto. L'autore di un libro di testo conosce solo il livello scolastico a cui tale libro è destinato, ma non conosce tutte le persone che lo leggeranno e nemmeno per quanto tempo il libro verrà utilizzato nelle scuole. Questo influenza il modo di scrivere: può essere necessario spiegare meglio alcune cose o scegliere esempi sempre attuali, invece di qualcosa che è comprensibile solo in un periodo di tempo limitato. Anche la lingua cambia nel tempo e i vecchi libri possono utilizzare parole che non si capiscono o usano più, come "donde" in "ne avevo ben donde".

 

Con la scrittura è possibile ritornare sul testo e modificarlo. Nel caso della produzione orale, questo non è possibile. Una volta detto qualcosa, non è possibile riprenderlo o cambiarlo.

 

A causa di queste differenze, la lingua parlata e quella scritta hanno regole o convenzioni diverse. Per questo motivo non è possibile affermare che la lingua scritta sia la rappresentazione grafica della lingua parlata. È una forma di comunicazione verbale a sé stante.

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Attività 1: Discussione

Lavoro in coppia

 

In coppia, assegnate le seguenti espressioni alla lingua parlata, alla lingua scritta o a entrambe.
 

auditivo, visivo, orale, prodotto in tempo reale, comprensibile solo nello stesso tempo e luogo, comprensibile domani, spaziale, temporale, pianificabile, modificabile, interazione in tempo reale
 

In coppia, rispondete a queste due domande:

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  • Tra le due, quale modalità linguistica pensi sia la più formale?

  • Ci sono degli esempi che rendono più labili i confini tra queste due modalità? Ci sono esempi che non rientrano in nessuna delle due categorie?

Avete finito l'esercizio? Lingua scritta: visivo, comprensibile domani, spaziale, modificabile, pianificabile Lingua parlata: uditivo, orale, prodotto in tempo reale, comprensibile solo nello stesso momento e luogo, temporale, programmabile, interazione in tempo reale La modalità scritta è considerata più formale e ufficiale. Esempi di entrambe le modalità: memo vocali (lingua parlata, ma ripetibile, quindi più permanente) o snap (lingua scritta, ma visualizzabile una sola volta). Esempio di nessuna delle due categorie: i pensieri (non sono né parlati né scritti, ma assumono la forma del discorso).

Unità 2: Requisiti per la decodifica dei messaggi

Una situazione comunicativa include un parlante e un ascoltatore. Il parlante (o emittente) è chi codifica e invia il messaggio. Il messaggio viaggia attraverso un canale, come la carta, l'aria o uno schermo. L'ascoltatore (o ricevente) è chi riceve e decodifica il messaggio. Abbiamo già parlato del canale nella prima parte della lezione. In questa seconda parte della lezione ci concentreremo sulla codifica e sulla decodifica. Questi processi si basano sulle conoscenze condivise dai partecipanti alla comunicazione e avvengono sempre in un determinato contesto o situazione. Se parlante e ascoltatore non condividono le medesime conoscenze di base, il ricevente decodificherà dal messaggio dei significati diversi da quelli che il parlante intendeva codificare.

​Si riconoscono quattro tipi diversi di conoscenze condivise: conoscenza culturale, conoscenza delle conversazioni precedenti, conoscenza della lingua e conoscenza del mondo. A queste si aggiungono le conoscenze contestuali. Esaminiamole una alla volta.

 

La prima è la conoscenza culturale. Riguarda le cose che si imparano fin da piccoli e che sono specifiche della nostra area di residenza. Sono quindi dei costrutti sociali. Si apprende cosa è cortese e cosa non lo è o cosa significano certi gesti. È importante notare che una medesima azione può avere un significato diverso in culture diverse. Prendiamo ad esempio l'atto di biascicare (è il suono che facciamo quando non chiudiamo la bocca per mangiare). In Europa e nella maggior parte dei paesi occidentali, biascicare e schioccare le labbra mentre si mangia è considerato maleducato e va evitato. In Giappone, invece, il biascicare significa che il cibo che si sta consumando è delizioso ed è percepito come un complimento al cuoco. Un esempio linguistico è quello di alzare il tono della voce alla fine di una frase per indicare che si sta ponendo una domanda. Si tratta della cosiddetta "frase sospesa". In alcune sottoculture (le ragazze delle confraternite negli Stati Uniti), la frase sospesa indica una informazione nuova.

 

In secondo luogo, c'è la conoscenza di conversazioni precedenti. Questo è abbastanza semplice: quando parliamo con il/la nostro/-a insegnante di matematica, sia noi sia l'insegnante ci conosciamo già. Non è necessario presentarsi ogni volta all'inizio di una nuova conversazione.

 

Il terzo punto della lista è la conoscenza della lingua. Questo significa che sia noi che l'insegnante sappiamo come si forma una frase (nella lingua in cui avviene la comunicazione), come si coniugano i verbi o come si usano i pronomi. Anche queste conoscenze semantiche e grammaticali si acquisiscono fin da bambini e si imparano a scuola.

 

In quarto luogo, consideriamo la conoscenza del mondo. Si tratta di argomenti di conoscenza generale che possono spaziare dalla politica alla bambola Barbie, dalla geografia di base alla trama di Harry Potter o allo slang. Riguarda qualsiasi cosa che una persona contemporanea potrebbe conoscere o di cui potrebbe aver sentito parlare. Ciò comporta che non è necessario spiegare queste cose ogni volta durante la conversazione. Quando si parla con l'insegnante di matematica, non è necessario spiegare cos'è la moltiplicazione. Si può dare per scontato che lo sappia.

 

Infine, ma non meno importante, parliamo della conoscenza del contesto. La comunicazione avviene sempre in un dato contesto.  Approfondirai questo aspetto nella seconda lezione sulle massime della conversazione. Per il momento, il punto fondamentale è che la situazione in cui si comunica e gli altri partecipanti sono importanti per il modo in cui si comunica. Esistono due categorie: l'appropriatezza situazionale e quella sociale. Questo significa che le parole e le azioni devono essere adattate alla situazione, non il contrario.

​

L'adeguatezza sociale è determinata dal rapporto tra chi parla e chi ascolta. Con l'insegnante parliamo in modo diverso che con i compagni e le compagne di classe, gli amici e le amiche o i genitori. Con gli amici possiamo imprecare o usare delle espressioni colorite che non useremmo invece di fronte a un insegnante. Ci rivolgiamo ai nostri amici con un soprannome o con il loro nome di battesimo, ma ci rivolgiamo all'insegnante premettendo “Signor” o “Signora” al cognome. Imparerai di più sulla cortesia nella lezione 4.

Anche la comunicazione in caso di emergenza è diversa da quella che si ha quando ci si incontra casualmente con qualcuno. Nel primo caso si parla velocemente e solo delle cose rilevanti, nel secondo si può divagare o fare battute e commenti. Questa è l'adeguatezza alla situazione.


Se hai ancora tempo, leggi il prossimo estratto. Altrimenti, procedi con gli esercizi. Per l'esercizio sono necessari circa 5-10 minuti.
 
Per dimostrare quanto il contesto sia importante nella comunicazione, esaminiamo i deittici. Si tratta di parole il cui significato dipende dal contesto, come “domani”, “questo”, “quello”, “là”, “qui”, “ora”, “più tardi”, “presto”. Immaginate un negozio con un cartello in vetrina: “Torno tra un'ora”. Visto che non c'è un orario di riferimento, il commesso potrebbe essere uscito 5 minuti o 50 minuti fa. Non lo sappiamo. Il contesto in cui è stato scritto il biglietto determina l'esatto significato del messaggio.

I due principali tipi di deittico sono gli indici di tempo e di luogo. Esempi di indici temporali sono “domani”, “ora”, “più tardi”, “presto”, mentre gli indici di luogo dipendono da relazioni spaziali, come “questo”, “quello”, “qui” e “là”.

  1. Cercate su Google tutte le parole che non conoscete. Poi, chiarite tra voi due tutte le domande che avete sul testo. 

  2. Quando avete finito, guardate il fumetto qui sotto. Decidete il personaggio che ciascuno di voi dovrà interpretare. Poi leggete il fumetto e cercate di capire qual è il messaggio di ogni frase. A questo punto, dialogate con il vostro/-a compagno/-a comunicando lo stesso messaggio del fumetto, ma in modo appropriato per la nuova situazione e per i nuovi partecipanti come indicato qui sotto.

  3. Se avete ancora tempo, rifate lo stesso esercizio, ma pensate voi stessi a una nuova situazione. 

 

Esempio: Il messaggio della prima immagine è: "Cosa fa tutto questo rumore?". Se la nuova situazione è parlare con il cane, si può dire: "Bella, cosa stai facendo? Hai fatto cadere di nuovo qualcosa? Cane sciocco!".

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Attività 2

Lavoro in coppia

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Riflessioni finali di questa lezione

 

Cambi il tuo modo di comunicare intenzionalmente o automaticamente in base alla situazione o ai partecipanti? Ti sei trovato in situazioni in cui la codifica e la decodifica non corrispondevano?

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Fonti

Cameron, D. and Panovic, I. (2014). Working with written discourse. London: Sage.

Fasold, R.W. and Connor-Linton, J. (2014). An Introduction to Language and Linguistics. Cambridge: Cambridge University Press.

Kuiper, K. and Allan, S. (2016). An Introduction to English Language: Word, Sound and Sentence. London: Palgrave Macmillan.

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