Contatto linguistico
Il contatto linguistico a volte può essere erroneamente collegato al bilinguismo, ma due (o più) lingue possono interagire senza che i loro parlanti siano necessariamente bilingui. Per il contatto infatti è sufficiente che una lingua sia in qualche modo presente in una comunità che parla un'altra lingua. A seconda di molti fattori, i contatti linguistici possono essere orizzontali (cioè tra lingue con lo stesso livello di prestigio) o verticali (cioè tra lingue con un divario nel livello di prestigio). Il contatto può anche essere stabile e durare per secoli, oppure transitorio e verificarsi per un breve periodo di tempo, o persino momentaneo, legato a particolari occasioni. Il contatto linguistico può anche essere più intenso quando le interazioni tra le persone sono molteplici e continue, oppure debole quando le interazioni sono poche e limitate ad alcune situazioni comunicative essenziali.
Concetti Chiave
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Convergenza linguistica
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Sincronizzazione comportamentale
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Pidgin
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Creoli
Convergenza linguistica
Cosa succede quando parliamo con persone provenienti da paesi o aree linguistiche diverse? In genere tendiamo – sia intenzionalmente che spontaneamente – ad adattare/convergere il nostro linguaggio a quello dei nostri interlocutori. Ad esempio, quando un ticinese visita l’Italia, si rende presto conto che parole come "Gipfel" e "Natel" non sono comunemente usate lì, e quindi si ritrova costretto a cambiarle in "cornetto" e "cellulare". Allo stesso modo, quando un parlante meridionale si reca in Ticino o nel Nord Italia osserva che il passato remoto non viene utilizzato quasi mai, soprattutto per parlare di eventi relativamente recenti. Di conseguenza anche lui si può adeguare diminuendo l’uso di questo tempo verbale.
La convergenza linguistica sembra essere una tendenza universale ed innata che ci spinge verso la sincronizzazione comportamentale. In modo subconscio, tutti noi cerchiamo di piacere e di essere capiti, riflettendo il nostro desiderio di approvazione sociale. La divergenza, contrariamente, è rara e di solito ha una spiegazione chiara, come la tensione geopolitica o la rivalità nazionale.
Ma quali aspetti della comunicazione altrui imitiamo? Quasi tutti, compresi il linguaggio del corpo, la velocità del discorso, il ritmo, il silenzio, la direzione dello sguardo e altro ancora. Da un punto di vista linguistico, tuttavia, l’imitazione avviene comunemente a livello fonetico, grammaticale, lessicale e pragmatico.
Foneticamente, ad esempio, quando i dialettofoni si trovano in contesti come colloqui di lavoro o interviste televisive, tendono a moderare o nascondere alcuni tratti dialettali particolarmente distintivi nel tentativo di rendere il proprio linguaggio più vicino alla norma della lingua standard. Anche l’accento delle persone può subire cambiamenti in risposta a una prolungata esposizione ad altri accenti. Per esempio, una ricerca condotta su studenti liceali del Nord che hanno trascorso un anno al Sud per uno scambio, ha evidenziato che i partecipanti, stringendo forti legami sociali con i residenti locali, hanno subito alcune variazioni nella loro pronuncia (es. difficile âž” diffiscile; ca[z]a âž” ca[s]a; sto bene âž” stobbene).
Sotto il profilo grammaticale, la convergenza potrebbe consistere nella scelta di nuove strutture sintattiche. Uno studio che ha seguito l'evoluzione linguistica di una ragazza texana ha rivelato che questa, dopo aver cambiato residenza per motivi di lavoro, ha iniziato ad utilizzare la costruzione had + past form al posto del normale past simple. Per esempio, lei ha cominciato ad esprimersi con frasi come "me and the manager had became good friends" anziché “became good friends".
Sotto il profilo pragmatico invece, potremmo copiare espressioni come "ahò" dei nostri amici di Roma. "Ahò" solitamente si usa per chiamare qualcuno (es. "Ahò! Ma che famo?") ma in base al contesto/intonazione può significare tante altre cose, per es. "Ahò! Non fatemele elencare però!"
Riprodurre o imitare i tratti di un dialetto/lingua altrui non è sempre un processo perfetto; esso occasionalmente può risultare parziale o persino sbagliato; ad esempio, a volte gli americani credendo di dire “capisci?” dicono invece “Ca-pish?”. Con il passare del tempo, questi adattamenti si possono fissare e diventare permanenti.
Usando le vostre esperienze personali, cercate di capire cosa ci spinge ad imitare. È un comportamento predefinito con tutti? Oppure siamo più propensi ad imitare la lingua di determinate persone rispetto ad altre? Quale aspetto di queste persone potrebbe portarci ad essere più "attratti" da loro?
Pidgins e creoli
Un pidgin è una lingua semplificata che si sviluppa come mezzo di comunicazione tra due o più gruppi di persone che non condividono una lingua comune. I pidgin emergono tipicamente in situazioni di contatto tra diverse comunità linguistiche a causa del commercio, della colonizzazione o della migrazione lavorativa. I pidgin si caratterizzano per una grammatica semplificata, un vocabolario limitato e spesso una mescolanza di elementi delle lingue coinvolte.
Un creolo, invece, è l’evoluzione successiva di un pidgin: esso sorge in una comunità in cui un pidgin è diventato il principale mezzo di comunicazione e viene tramandato di generazione in generazione, evolvendosi in una lingua più complessa e stabile. I creoli spesso presentano una grammatica e un vocabolario unici, distinti dalle lingue che hanno contribuito alla loro formazione, ma al tempo stesso diversi dalla lingua che cercano di imitare.
Esaminiamo ora l'esempio delle Hawaii.
Nelle Hawaii, l'inglese pidgin, comunemente noto come "Hawaiian Pidgin" (o semplicemente "Pidgin") è una varietà linguistica ben conosciuta. Si è sviluppato come mezzo di comunicazione tra gruppi diversi, tra cui i nativi hawaiani, gli immigrati provenienti da vari paesi asiatici e i colonizzatori di lingua inglese. Il pidgin hawaiano incorpora elementi dall'inglese, hawaiano, portoghese, cinese, giapponese e altre lingue.
Col passare del tempo, si è sviluppato un creolo noto come "Hawaiian Creole English" o "Hawaii Creole". Questa lingua creola ha le sue radici nello sviluppo storico del pidgin inglese alle Hawaii. Mentre il pidgin era solo uno stile di comunicazione informale ampiamente usato e compreso, il creolo hawaiano si è evoluto in una lingua più stabile e complessa con regole grammaticali e vocabolario propri. Viene parlato da una parte significativa della popolazione delle Hawaii ed è parte integrante del paesaggio linguistico dello Stato.
Guardate il seguente filmato e cercate di individuare alcune caratteristiche grammaticali del creolo hawaiano. In che cosa differisce dall'inglese standard?